"Oggi, non tanti, ma qualcuno è cosciente del fatto che totali sono le differenze fra le immagini fatte a mano e quelle fatte a macchina: le prime si guardano da fuori, nelle seconde si entra. La produzione di un quadro ha una partenza e un arrivo separati nel tempo, l'immagine della fotografia è simultanea e psicologicamente non si conclude: l'osservatore sa che l'evento rappresentato non comincia e non finisce prima e dopo lo "scatto", ma continua e nel tempo arriva fino a noi. Cisì l'immagine fotografica appare il principio di una storia che continua, una storia che prima della fotografia si leggeva solamente e alla quale si "decideva" di credere, ma adesso che la si riesce anche a vedere, a quella stessa storia si "deve" credere!" pp. 13
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