"Accanto agli spazi pieni, dotati di dispositivi regolatori che guidano l'agire umano nell'uso della città, si situano quelli vuoti, che rinviano a molteplici opzioni d'uso e lettura. Il flaneur diviene esegeta della strada perchè è in essa che colloca la sua azione, ma senza rinunciare alla propria vena artistica e immaginativa; avvalendosene, anzi, per leggere il susseguirsi degli eventi inattesi di cui egli stesso è partecipe." pp. 63-64
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