martedì 19 novembre 2013

La fotografia dal referente al segno.


Le memorie di Urbano.


Quell'estate del 1956 ebbe a prolungare di un giorno le sue ferie. Così si salvò dall'esplosione della miniera di carbone di Marcinelle, Urbano Ciacci. Tornò dall'Italia, portando con sè in Belgio la futura sposa, la signora Elsa, che per altri lunghi trentacinque anni attese che lui uscisse alla luce del giorno, tutti i giorni di lavoro. Perchè Urbano continuò ad essere orgogliosamente un minatore così come ora, con la sincerità del testimone, racconta ai visitatori del sito minerario in disuso - dal 1976 luogo di conservazione  e venerazione della memoria - la sua penosa vita di lavoro. Senza il suo impegno civico, "Le Bois du Cazier" non sarebbe diventato un Museo, ma un Centro Commerciale.

Il fotografo di Auschwitz.


L'altare di Gretchen.


Finalmente una casa. Non manca nulla ed il mondo, fuori di lì, è come non esistesse. Eppure, il rumore di rotaia si fa sentire ad intervalli regolari, a tutte le ore. Nulla di che, adesso che quattro pareti vere proteggono la sua intimità e sembrano avere guarito le piaghe - le chiama prove - che hanno turbato il suo tempo recente. Il fiume non è lontano e tornerà presto la stagione per ritrovarci la pace dell'infanzia perduta nel Rio delle Amazzoni. Prima che cali la sera, s'immerge devota nelle orazioni. Le stesse cui attende di essere ammessa a partecipare, nel rito collettivo della Parrocchia. Ma già ogni domenica c'è una chiesa vicina, dove andare a pregare.